Settembre 2022
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Data Visualisation: efficace comunicazione visiva dei dati
Visualizzazione dei dati: i vantaggi del processo di progettazione
Quando si parla di Data Visualisation, la perfezione non esiste. Ci vogliono capacità di pianificazione, ragionamento logico, strumenti adatti, conoscenza della materia e anche una buona dose di buon senso per scoprire cosa c’è nei dati ma soprattutto cosa non c’è
Per le persone che non conoscono la Data Visualisation, una delle nozioni principali è che la perfezione non esiste: ce ne sono di buone e di cattive, ma non ci sono soluzioni perfette. Per raggiungere la perfezione sono necessarie circostanze immacolate che siano libere da pressioni o costrizioni, e servono definizioni di cosa ci si aspetta e perché, in modo da essere universalmente chiari e privi di sfumature o incertezze.
Le sfide della visualizzazione dei dati potrebbero non essere necessariamente complicate, ma sono sempre complesse. Vi sono così tante pressioni diverse che possono spingere e tirare in tutte le direzioni, e non vi sarà mai una sola possibile risposta a un problema. E se questo può essere frustrante, seguendo un processo di progettazione per organizzare il processo decisionale, può anche essere liberatorio. Questa è l’essenza della padronanza della visualizzazione dei dati: decisioni efficaci e prese in modo efficiente.
Il processo di progettazione – Il processo di progettazione della visualizzazione dei dati prevede quattro stadi suddivisi in due fasi distinte. La prima fase prevede tre step che possono essere descritti come il pensiero nascosto della visualizzazione dei dati. Questi step coprono il lavoro preparatorio che informa ciò che si sta visualizzando, per chi, e soprattutto perché. Lo step “Formulare il brief” riguarda la pianificazione, la definizione e l’avvio del lavoro. Il passaggio “Lavorare con i dati” riguarda attività come la raccolta, l’esplorazione e la preparazione dei dati. Infine, “Stabilire il pensiero editoriale” consiste nel formulare giudizi su ciò che verrà mostrato al proprio pubblico. La seconda fase principale del processo prevede lo sviluppo del pensiero visivo. Si tratta di lavorare verso una soluzione di design, la manifestazione visiva di tutto il pensiero nascosto che è stato attraversato in precedenza. Questa quarta fase riguarda la costruzione accurata delle scelte attraverso cinque livelli di progettazione distinti che costituiscono l’anatomia di qualsiasi soluzione di visualizzazione, vale a dire, rappresentazione dei dati (grafici), potenziali caratteristiche di interattività, elementi di annotazione, scelte di colore, e composizione (layout).
Gestione del tempo – Si possono fare cinque osservazioni fondamentali sul perché è importante seguire un processo di progettazione: ridurre la casualità dell’approccio; ogni progetto è diverso; adattabilità; proteggere la sperimentazione; e infine, “è la prima occasione, non l’ultima”.
Quindi questi sono alcuni dei vantaggi di seguire un processo. Adottare questo approccio può essere più facile a dirsi che a farsi. Per questo, di seguito vengono indicate alcune delle migliori pratiche sia per i principianti sia per i visualizzatori esperti. In primo luogo, guardare alla gestione del tempo: qualsiasi lavoro creativo assorbe rapidamente tutto il tempo disponibile. Si è tentati di provare cose, di esplorare idee diverse, di provare un ultimo passaggio alla ricerca di caratteristiche interessanti dei dati. È facile farsi logorare dalle richieste di allungamento delle attività durante questo processo. Quando si arriva a una deadline, o si affonda o si nuota: per alcuni, la pressione del ticchettio dell’orologio è paralizzante e ha un impatto sul loro pensiero creativo; per altri, l’adrenalina fa da carburante e di conseguenza la loro concentrazione è più nitida. Indipendentemente da come si risponde alle scadenze incombenti, una buona pianificazione è fondamentale. La gestione del tempo è l’essenza di una buona pianificazione, anche perché mantiene un processo coeso e sempre nella direzione giusta. Attraverso l’esperienza di lavoro su diversi progetti, migliorerà anche la capacità di anticipare quanto tempo dedicare alle diverse attività. Non bisogna inoltre dimenticare di tenere conto del tempo per responsabilità facilmente trascurabili, come riunioni, chiamate Zoom, ricerca, lettura e gestione dei file.
Mindset – Al secondo posto c’è il tipo di approccio: indipendentemente dal tipo di visualizzazione su cui si sta lavorando, il processo comporterà un misto di attività concettuali e pratiche che verranno assegnate a un team, sfruttando la gamma di talenti in momenti diversi durante il processo. In altre occasioni, si lavorerà da soli e la diversità di queste attività amplierà notevolmente l’approccio.
Come fissare le idee – È troppo semplicistico affermare che carta e penna sono gli strumenti più importanti per i visualizzatori. Tuttavia, carta e penna si riveleranno un vero alleato per aiutare a documentare pensieri e catturare schizzi. Non bisogna fare affidamento sulla memoria: se si ha un’idea, è bene farne uno schizzo, per il quale non serve grande abilità artistica, perché occorre solo mettere su carta idee che stanno in testa, specialmente se si sta collaborando con altri. Sia usando carta e penna, ma anche strumenti come Word o Google Docs. Prendere appunti è un’utile abitudine da sviluppare.
Comunicazione – Si tratta di un’attività a due vie, in quanto occorre ascoltare gli stakeholder e il pubblico: cosa vogliono, cosa si aspettano, quali idee hanno? Che conoscenza hanno sulla materia?
La comunicazione consiste nel parlare con gli altri: presentare idee, aggiornarsi sui progressi, cercare feedback, condividere i propri pensieri su possibili soluzioni e promuovere e vendere il proprio lavoro (indipendentemente dall’ambiente, sarà necessario farlo).
Attenzione ai dettagli – Il processo di cui si parla incarna il concetto di “aggregazione dei guadagni marginali”. Anche se molte delle decisioni sembrano insignificanti e irrilevanti, meritano piena attenzione. Come per prendere appunti, la disciplina di controllare ogni dettaglio potrebbe non essere una caratteristica naturale per alcuni. Tuttavia, gli errori riscontrati nel lavoro possono essere dannosi e indeboliranno sicuramente la fiducia del pubblico.
“Kill your darlings” – Si tratta di un’espressione un po’ forte. È facile innamorarsi delle idee potenzialmente brillanti ma, occasionalmente, queste idee alla fine potrebbero semplicemente non funzionare. Anche se verrà investito molto in tempo ed energia emotiva, non è bene essere testardi. Quando qualcosa non funziona, bisogna imparare a ucciderlo. In caso contrario, tale resistenza ostacolerà la qualità del lavoro. Essere ciechi sulle cose che non funzionano o ignorare il feedback costruttivo degli altri si rivelerà distruttivo.
Apprendimento riflessivo – L’apprendimento riflessivo consiste nel guardare indietro verso il lavoro svolto, esaminare i risultati e valutare l’approccio. Cosa è stato fatto bene? Cosa si farebbe in maniera diversa? Come è stato gestito il tempo? Sono state prese le decisioni migliori, considerati i vincoli che esistevano? Occorre sempre imparare dagli altri, leggendo come altre persone affrontano le sfide di visualizzazione.
Ma si può anche condividere il proprio progetto: si scoprirà che si impara sempre qualcosa di nuovo.
Quando si trova il modo di descrivere e spiegare il progetto agli altri, si trova anche l’occasione di riflettere sul lavoro fatto. E qualche volta, potrebbe anche capitare di chiedersi: «Perché ho fatto quello che ho fatto?».