by Shaku Atre

Luglio 2003

Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (Parte Prima)

Perché il 60 percento dei progetti di BI non riescono a raggiungere completamente l’obiettivo previsto inizialmente?
Le iniziative di Business Intelligence (BI), ovvero di pieno sfruttamento delle informazioni a beneficio dell’impresa, in termini di supporto alle decisioni, sono costose e difficili da realizzare.
In realtà, circa il 60 percento di tutti i progetti di BI non riescono a raggiungere completamente l’obiettivo previsto inizialmente. Non è detto, però, che questo debba continuare ad accadere.
I progetti di BI sono costosi perché richiedono l’estrazione ed elaborazione di dati di proprietà o di interesse dell’azienda, sempre eterogenei e provenienti da fonti diverse che, a loro volta, comprendono i sistemi di transazioni on line (OLTP), i sistemi batch e altre fonti esterne.
Inoltre, molti sistemi di BI a supporto delle decisioni richiedono nuove tecnologie, nuove attività e nuovi ruoli e responsabilità delle persone.
Le applicazioni di analisi e di miglioramento dei processi decisori debbono quindi essere completate rapidamente, fornendo risultati altamente qualitativi.
I progetti di BI sono difficili da implementare e questa è una delle cause del gran numero di fallimenti, dovuti a un lunga lista di errori e di passi falsi. Questi comprendono pianificazione inadeguata, attività mancate, obiettivi temporali non rispettati, gestione del progetto non adeguata, requisiti non comunicati dagli utenti e prodotto risultante di scarsa qualità.
Esiste, però, un’alternativa che può consentire di contenere i costi dell’implementazione dei sistemi di BI, riducendo il tasso di errore. Per ottenere miglioramenti di questo tipo, i technology manager debbono utilizzare gli strumenti giusti e il metodo appropriato per l’implementazione del sistema di BI, a supporto delle decisioni. In aggiunta, devono anche aprire gli occhi sulle nuove quattro realtà della BI.
In primo luogo, i technology manager debbono rendersi conto che la BI non è né un prodotto né, tanto meno, un sistema.
Si tratta, invece, di un’architettura e di un insieme integrato di sistemi operativi. La BI può comprendere anche applicazioni a supporto delle decisioni e basi dati, che rendano più facile l’accesso alle informazioni dell’impresa.

Esempi di applicazioni a supporto delle decisioni sono:
  • analisi multidimensionale (OLAP)
  • analisi dei dati via Web (click-stream)
  • Data Mining
  • previsioni
  • analisi delle attività dell’impresa
  • Balanced Scorecard
Le basi dati di BI a supporto delle decisioni comprendono:
  • Data warehouse complessivi dell?impresa
  • Data Mart (funzionali e dipartimentali)
  • Warehouse di approfondimento (statistici)
  • Basi dati per il data mining
  • Warehouse gestibili dal Web (click-stream)
In secondo luogo, i manager debbono imparare che le implementazioni di BI, allo stesso modo di praticamente ogni tipo di progetto complesso, si realizzano mediante sei fasi, comprese tra quella iniziale e la completa attivazione del prodotto risultante. Tali fasi sono:
 
  1. Giustificazione: valutazione di un problema o di un’opportunità dell’impresa, che dia luogo alla creazione di un progetto.
  2. Pianificazione: definizione di piani tattici e strategici, che indichino il modo di procedere del progetto.
  3. Analisi: analisi dettagliata del problema o dell’opportunità, mirata ad acquisire una solida conoscenza delle necessità dell’impresa, in modo da esprimere un’ipotesi di soluzione.
  4. Progettazione: progettazione di un prodotto che risolva il problema o che consenta di sfruttare l’opportunità.
  5. Realizzazione: fase successiva alla progettazione, dedicata alla realizzazione del prodotto, con un’aspettativa di ritorno sull’investimento entro un periodo di tempo prefissato.
  6. Diffusione: implementazione (o vendita) del prodotto finito. Ne viene misurata l’efficacia, per determinare se la soluzione corrisponda alle aspettative oppure non consenta il ritorno atteso sull’investimento.
In terzo luogo, i manager debbono rendersi conto che i sistemi di BI, come molti altri processi strutturati, sono iterativi. Questo significa che un sistema di questo tipo, dopo essere stato attivato, richiede un continuo aggiornamento e sviluppo in base al feedback fornito dagli utenti.
Ciascuno di questi processi operativi produce, ciclicamente, una nuova versione o un nuovo rilascio del prodotto. In questo modo, il prodotto matura e continua la sua evoluzione. Quindi, il processo iterativo della BI produce un importante effetto collaterale, che consiste nel rendere inadeguati e inappropriati i metodi di sviluppo del passato.
Per ogni sistema, infatti, prima erano chiari i punti di inizio e di fine e, inoltre, il prodotto risultante veniva sviluppato per un insieme ben determinato di utenti, all’interno di una specifica linea operativa dell’impresa.
Per tale motivo non erano necessarie attività di collegamento tra le diverse funzioni e, in effetti, i progettisti dell’epoca consideravano tali attività come una barriera destinata unicamente a rallentare il progredire dei progetti.
Oggi, tuttavia, queste modalità di sviluppo non sono più applicabili. Le iniziative moderne di BI integrata debbono tenere conto delle attività condivise tra le diverse funzioni, necessarie per creare un ambiente di supporto alle decisioni che comprenda l’intera impresa.
Questo richiede, ciclicamente, l’impiego di sempre nuove professionalità, metodologie e tecniche di sviluppo.
Infine, i manager debbono imparare che un ambiente di BI di supporto alle decisioni, dinamico e integrato, per sua natura è iterativo. In altre parole, non può essere realizzato in un istante, come un ?big bang? ma, al contrario, dati e funzionalità debbono essere parte di un insieme, nell?ambito di un rilascio unico per gli utenti.
Ogni diffusione di un prodotto di questo tipo provocherà, verosimilmente, la definizione di nuove necessità, alle quali bisognerà rispondere con il rilascio successivo e così di seguito.
Continua nel mese di Agosto 2003